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RESTAURO CONSERVATIVO  E MIGLIORAMENTO STRUTTURALE DELL’ EX-CAPPELLA DI LARGO CROCE

Il progetto di  recupero dell’ex –  Cappella di largo Croce, o anche chiesetta della Croce, si è prefisso di dotare la piccola comunità di uno spazio polifunzionale, uno spazio attrezzato per accogliere piccoli convegni, eventi di natura culturale, o mostre temporanee.

Il fabbricato,  disabitato ed in completo stato di abbandono è composto da un impianto basilicale ad una sola navata,  scandita in origine da due archi poggianti su paraste addossate alle pareti e chiuse  in alto da volte a crociera, (crollate prima degli anni ’50) con il transetto rialzato di 15 centimetri e l’abside pronunciato verso l’esterno.  Sulle pareti  della navata e su quella dell’abside sono presenti delle finestre a doppio sguincio ad arco ribassato.  La copertura in origine, sicuramente lignea, composta da una orditura principale di travi portanti poggianti sui setti murari degli archi che scandiscono la navata e da una orditura secondaria di travicelli e tavolame con sovrastanti coppi di argilla.

La struttura muraria è costituita in pietre di pezzatura più o meno regolari, bene intessuta con i due paramenti accostati e ammorsati,  con spigoli, ricorsi e/o mazzette in pietra squadrata, allettata con malta di calce aerea in cattive condizioni.  Le due facciate laterali più quella absidale, a suo tempo intonacate, oggi si presentano con intonaco quasi assente e degradato, mentre la facciata principale presenta un fronte a timpano, chiuso da una cornice intonacata, con paramento esterno in mattoni faccia vista.   La facciata è scandita dal portale d’ingresso in conci di pietra calcarea,  posto in posizione centrale, dal rosone, oggi murato, circoscritto da mattoni faccia vista e da due lesene laterali in mattoni faccia vista con basamento in conci di pietra calcarea.

Internamente, presenta resti di una pavimentazione in mattonelle di argilla di  dimensioni cm. 25 x 25 e tutte le pareti, a suo tempo intonacate, oggi si presentano con intonaco quasi  assente e degradato.

Le scelte progettuali dell’intervento di restauro, sono scaturite da una preliminare conoscenza del manufatto acquisita a scala urbana e architettonica,  nei suoi caratteri storici, metrici e formali.

I rilievi architettonici hanno consentito di indagare il carattere del materiale, tecnico e strutturale dell’ambiente e del sistema portante composto da muratura a spacco dello spessore totale di cm. 80. I nodi strutturali sono stati realizzati con discreta accuratezza, in particolar modo i cantonali d’angolo, i piedritti e gli architravi delle aperture.

Gli intradossi e gli estradossi murari, privi quasi totalmente di intonaco,  hanno permesso l’osservazione diretta del paramento murario.

L’edificio manifestava fenomeni di dissesto delle strutture portanti, rilevati dalla lettura del quadro fessurativo, che ha riscontrato varie  fessurazioni sia superficiali che profonde sulla struttura muraria, oltre alla evidente mancanza totale della copertura.

Lo stato di conservazione della muratura è stato valutato mediante indagini termografiche  ed  endoscopiche, che hanno permesso sia una lettura stratigrafica che una mappatura dei fenomeni di alterazione dei materiali.

Il progetto di recupero è stato studiato tenendo presente le effettive potenzialità storiche e culturali di cui la fabbrica  disponeva.  La metodologia prescelta è stat quella del restauro conservativo dell’intera fabbrica,  per  cui ogni operazione ha avuto  lo scopo di reintegrare e conservare il suo valore espressivo eliminando quanto lo deturpava, intervenendo con un atto creativo criticamente controllato nella creazione di parti mancanti.

L’intervento di restauro è stato contenuto nel minimo necessario,  rispettando  anche il criterio della compatibilità fra antico e nuovo, perché si è scelto di impiegare materiale tradizionale con impianti tecnologici (elettrico e riscaldamento), distribuiti nel massetto della nuova pavimentazione e nelle parte intonacate.

Nelle scelte del recupero funzionale, si è cercato soprattutto di non modificare i caratteri tipologici dell’impianto planimetrico, facendo del progetto di restauro un’occasione di conoscenza, tutela e valorizzazione della fabbrica.